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Negli anni ’70, ’80 e ’90, il Festivalbar rappresentava molto più di una semplice competizione musicale. Era il termometro dell’estate, il palcoscenico che decretava la canzone che avremmo canticchiato sotto l’ombrellone, in spiaggia o nei pomeriggi assolati in città.
Nacque nel 1964 da un’idea di Vittorio Salvetti e si basava sulle vendite dei jukebox: il brano più ascoltato nelle piazze e nei bar diventava automaticamente il vincitore. Con il tempo il meccanismo si evolse, ma lo spirito rimase lo stesso: una grande festa della musica.
Ripercorriamo insieme, anno dopo anno, i vincitori di questo evento che ha segnato la storia della musica italiana e internazionale.
In quegli anni il Festivalbar fu subito percepito come la colonna sonora dell’Italia in cambiamento, in pieno boom economico.
Il decennio segnò la consacrazione di Tozzi e Battisti, con brani che oggi sono immortali. Le canzoni vincenti diventavano evergreen da cantare per generazioni.
Gli anni ’80 trasformarono il Festivalbar in uno spettacolo televisivo di massa. Piazze piene, conduzioni carismatiche e un mix tra artisti italiani e star internazionali.
Le serate del Festivalbar negli anni ’90 erano un vero rito televisivo: migliaia di giovani davanti alla tv, altri nelle piazze ad applaudire. Nacquero e si consolidarono carriere eterne come quella di Pausini, 883 e Nek.
Il Festivalbar continuò a rappresentare le canzoni simbolo dell’estate, ma le trasformazioni del mercato discografico e l’arrivo dei talent show televisivi ne decretarono la chiusura dopo il 2007. Ricordiamo anche la grande apparizione di Paola e Chiara nel 2000 con il tormentone “Vamos a bailar”.
Ripercorrendo i vincitori del Festivalbar edizione per edizione, ci accorgiamo che ogni estate ha avuto la sua colonna sonora. Molti di quei brani oggi sono intramontabili, altri invece restano legati a un preciso momento della nostra giovinezza.
Il Festivalbar non era solo musica, ma un luogo di incontro: piazze affollate, ragazzi che si conoscevano, famiglie davanti alla tv. Un pezzo di Italia che non c’è più, ma che continua a vivere nei ricordi di chi lo ha amato.
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