Quanto vale il Commodore 64

Il Commodore 64, uscito nel 1982, non è stato solo un home computer: è diventato un’icona assoluta della cultura pop e della storia della tecnologia. Con oltre 17 milioni di unità vendute, è entrato nel Guinness dei primati come il computer più venduto di sempre. Per molti ragazzi degli anni ’80 rappresentava la porta d’ingresso al mondo dell’informatica e dei videogiochi. La sua tastiera beige, le cassette rumorose da caricare e la magia dei pixel a 8 bit sono rimasti impressi nella memoria collettiva.

Un mito che non tramonta

Oggi, a distanza di oltre 40 anni, il Commodore 64 non è solo un ricordo, ma anche un oggetto da collezione. La domanda che molti si fanno è: quanto vale un Commodore 64 oggi?

Il valore affettivo contro il valore reale

Per chi l’ha vissuto, il C64 vale moltissimo in termini emotivi. Era il compagno di pomeriggi interi passati a giocare a Bubble Bobble, International Soccer o Last Ninja. Ma sul mercato collezionistico, il valore dipende da vari fattori, non solo dalla nostalgia.

Un Commodore 64 non vale uguale per tutti: conta il modello, lo stato di conservazione, gli accessori inclusi e perfino se la confezione originale è presente o meno.

Quanto vale un Commodore 64 usato

Sul mercato dell’usato, un Commodore 64 funzionante e in buone condizioni ha generalmente un valore che varia tra i 70 e i 150 euro. I modelli senza alimentatore o con tastiera danneggiata, invece, si trovano anche a 30-50 euro, ma spesso servono come pezzi di ricambio.

Se invece il computer è perfettamente funzionante, pulito e testato, con alimentatore originale e cavi video, può superare i 200 euro, soprattutto se venduto a collezionisti.

Quanto vale con scatola originale

La presenza della scatola originale, dei manuali e degli imballaggi fa crescere di molto il prezzo. Un Commodore 64 in stato “mint”, completo di tutto come quando uscì dal negozio, può raggiungere cifre tra i 300 e i 500 euro.

In alcuni casi rari, con confezioni particolarmente ben conservate e magari ancora sigillate, i prezzi possono spingersi anche oltre i 1000 euro, perché diventano pezzi da museo.

I modelli più rari

Non tutti i Commodore 64 hanno lo stesso valore. Alcuni modelli particolari sono più ricercati dai collezionisti:

  • Commodore 64 Breadbin (la prima versione, con scocca “a panino”): molto diffusa, ma amata per il suo design originale.
  • C64C (versione più squadrata, fine anni ’80): più recente, di solito vale un po’ meno della prima edizione.
  • Commodore SX-64 (la versione portatile con monitor integrato): molto raro e molto ricercato, il suo valore può superare i 1000 euro.
  • Edizioni speciali: alcuni modelli in tiratura limitata o con tastiere particolari possono valere molto di più sul mercato collezionistico.

Accessori e giochi originali

Anche gli accessori influenzano il valore. Un Commodore 64 accompagnato dal Datasette, dal Floppy Disk Drive 1541 o da joystick originali ha un prezzo maggiore. I collezionisti pagano bene soprattutto i set completi, magari con giochi originali in cassetta o dischetto.

I videogiochi, se in edizione completa e ben conservata, possono valere dai 10 ai 50 euro l’uno, ma alcune rarità possono raggiungere cifre a tre zeri, specie se ancora sigillate.

Le edizioni moderne e riedizioni

Il mito del C64 è stato talmente forte che negli ultimi anni sono uscite delle versioni “mini” o rivisitate, come il C64 Mini o il C64 Maxi, che permettono di rigiocare ai classici su televisori moderni. Questi modelli non hanno un grande valore collezionistico (si trovano nuovi tra i 70 e i 120 euro), ma hanno contribuito a riportare in auge la leggenda del Commodore.

Conclusione

Oggi, il valore del Commodore 64 dipende moltissimo dalla sua condizione e completezza. Un modello usato e funzionante può valere circa 100 euro, mentre un set completo di scatola e accessori può superare i 300-500 euro. Le versioni rare, come il SX-64 portatile, possono invece arrivare a 1000 euro e oltre.

Ma il vero valore del Commodore 64 non si misura solo in denaro: sta nei ricordi di un’epoca in cui il caricamento di un gioco su cassetta era un rito, e bastavano pochi pixel colorati per farci viaggiare in mondi infiniti.